
Perdersi in un istante:
Il racconto della perdita improvvisa di un genitore e dell’elaborazione del lutto.
Come anticipato nell’articolo che introduce l’iniziativa “Storie”, il primo racconto parla di uno di noi della San Michele.
Sono Desirè, lavoro con Andrea da circa un anno, e oggi voglio condividere parte della mia esperienza con il lutto.
All’incirca 3 anni fa ho perso mio papà in un incidente stradale in moto; aveva 52 anni e sicuramente ancora una vita davanti a sè. Quel giorno ho capito che la vita è beffarda, la cosa che amava di più, l’ha portato via da noi per sempre .
Perdere un genitore è un dolore che non ha parole, e perderlo così improvvisamente non ti lascia il tempo di prepararti a quello che verrà, ma ti coglie totalmente impreparata.
I giorni tra l’accaduto e funerale sono fisicamente ed emotivamente estenuanti. Ti ritrovi a dover pensare a cose che mai avresti immaginato, sei circondata di persone che ti vogliono dare il loro aiuto e sostegno, quando vorresti solo annegare nel tuo dolore.
Quando però tutto finisce e tutte quelle persone che ti hanno circondata e sostenuta non ci sono più, ti ritrovi sola, a prendere in mano le redini di una nuova vita.
E se per il primo mese non ho realizzato ciò che era successo, dedicandomi completamente alle persone intorno a me, anche quando avevo davanti ai miei occhi la realtà di quello che era accaduto, solo quando sono tornata alla vita di tutti i giorni mi sono resa realmente conto che qualcosa era cambiato, che mancava un pezzo fondamentale della mia esistenza.
Io quel 2 Luglio non ho perso solo mio papà, ma anche il mio migliore amico, la mia spalla, la persona della quale mi fidavo più in assoluto e nella quale sentirmi sempre al sicuro.
È stato per me un padre esemplare, un gran lavoratore, che nonostante non ci abbia mai fatto mancare nulla ci ha sempre insegnato l’importanza del sacrificio. Una persona generosa, buona, solare che portava gioia e luce ovunque andasse, l’anima della festa in ogni luogo.
Non ho rimpianti perché in questi anni abbiamo condiviso tanto tra passioni, viaggi, risate e posso dire di aver goduto a pieno di ogni istante.
Ed è per tutto il bello che mi ha lasciato che l’elaborazione della sua perdita è stata dura e sofferta e seguita da un cambiamento della mia vita. Se all’inizio non ho realizzato del tutto l’accaduto, dopo è come se una tempesta mi avesse travolta; così ho lasciato gli studi, ho cominciato a vivere percependo ogni giorno una forte ansia, ansia di perdere ancora una volta le persone che più amavo e perdita di voglia di godermi il bello delle piccole cose.
Con il passare del tempo, degli anni, le ferite cominciano a rimarginarsi, e quello che sono oggi lo devo a una persona che per me è stata fondamentale: mia mamma. Lei è stata la chiave di svolta, la mia ancora, perché ha saputo starmi accanto e darmi la forza di reagire, senza mai giudicarmi. Da quel giorno siamo l’una la forza dell’altra.
Il percorso è stato lungo e sofferto e ancora ad oggi alcuni giorni non sono facili, ma il lungo percorso di elaborazione mi ha permesso di trovare un nuovo equilibrio.
Consapevole del fatto che fisicamente non sarà più con noi, io lo sento sempre con me, in ogni cosa che faccio, in ogni istante dove in qualche modo lui si fa sentire e questo mi da la spinta di affrontare ogni nuovo giorno.
Se prima parlare di quanto accaduto e del dolore che provavo era impossibile oggi parlo apertamente della mia storia, e se in passato mi sentivo vulnerabile e diversa dagli altri, ad oggi invece ho capito che la mia storia può essere un modo per capire meglio chi in un lutto ci si è appena scontrato.
Spero che altre persone possano trovare la mia stessa forza di reagire, ognuna a loro modo, attraverso un supporto psicologico, l’aiuto di una persona vicina o in spazi come questo dove liberare i pensieri.
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